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2 maggio 2013

CIASPOLE sul Passo Maloja, ultime nevi dell'anno?


La primavera avanza ma in alta montagna la neve abbonda ancora, gli impianti sono chiusi così l'occasione è perfetta per una delle ultime ciaspolate della stagione. Il video qui sopra riassume una bella giornata immersa nel bianco sul Passo Maloia, dove il sole che filtra dalle nuvole è capace di ustionare la pelle ancora più del mare di agosto. Ma cosa vuol dire camminare con le ciaspole? 

Discendenti delle antiche racchette da neve (qui un esempio di come farle con il fai-da-te), le ciaspole servono a distribuire il peso del corpo su una superficie maggiore rispetto ai soli piedi, in modo da poter appoggiare meno chilogrammi per ogni centimetro quadrato. In questo modo non si sprofonda nella neve fresca, o per lo meno non come se si avessero ai piedi solo gli scarponi.

 

Come spesso accade per le attrezzature per trekking e montagna, esistono tanti tipi di ciaspole con utilizzi (e costi) assai differenti. Un buon paio adatto per uscite di medio livello (il mio sono le TSL 225), adatte per salite di medio livello, ma è possibile anche scegliere modelli da ghiaccio e modelli con ramponi più pronunciati per salite più impegnative e allungabili (in moda distribuire il peso su ancora più superficie). A voi la scelta!

19 ottobre 2012

EUROPEAN OUTDOOR FILM TOUR - Arriva in Italia il festival itinerante

Chi mi conosce lo sa già, forse lo avete capito anche nelle prime pagine di questo blog, ma la passione per gli sport all'aria aperta è ben condivisa con quella del cinema, così non posso che postare il trailer ufficiale dell'edizione 2012/13 del European Outdoor Film Tour, una sorta di festival itinerante che proprio in questi giorni arriva in Italia.

Le tappe? Torino, Brescia, Bressenanone, Udine, Merano, Treviso e Brunico. Il programma è già online, per i fortunati che possono raggiungere le localita "prescelte" in modo da poter godere dei alcuni dei migliori film "outdoor adventure sports" realizzati in tutto il mondo.

16 ottobre 2012

MOVE - Elogio del camminare in un video


Tempo fa mi sono trovato per le mani il bel libro di David Le Breton dal titolo Il mondo a piedi, un piccolo volumetto in cui il professore universitario francese cerca di trovare le parole (citando numerosi altri pensatori contemporanei e del passato, per spiegare quale è il senso profondo della trasgressione del viaggiare a piedi, delle curiosità che circondano questo modo apparentemente insolito di viaggiare. 

La stessa sensazione che si prova sfogliando quelle pagine, quella voglia di uscire di casa e di partire per un viaggio lento, fatto un passo dopo l'altro, si prova con il video Move, di Rick Mereki. Un video realizzato direttamente on the road, sulle strade di tutto il mondo. 

Senza un motivo particolare vi riporto un brano del libro di Le Breton:

La bellezza di camminare

"Camminare significa aprirsi al mondo. L'atto del camminare riporta l'uomo alla coscienza felice della propria esistenza, immerge in una forma attiva di meditazione che sollecita la piena partecipazione di tutti i sensi (...) Spesso camminare è un espediente per riprendere contatto con noi stessi! [...] Camminare è un modo tranquillo per reinventare il tempo e lo spazio. Prevede uno stato d'animo, una lieta umiltà davanti al mondo, un'indifferenza alla tecnica e ai moderni mezzi di trasporto o, quantomeno, un senso di relatività delle cose; Fa nascere l'amore per la semplicità, per la lenta fruizione del tempo. [...] Camminare riduce l'immensità del mondo alle dimensioni del corpo. [...] Camminare è un metodo per calarsi nel mondo, per compenetrarsi della natura, per mettersi in contatto con un universo che rimane inaccessibile alle normali modalità di conoscenza e di percezione. Con il proseguire del cammino, il viaggiatore allarga lo sguardo sul mondo, immerge il suo corpo in una nuova condizione. [...] Sicché un cammino non è necessariamente prigioniero di una vasta geografia, può anche compiersi in uno spazio ristretto, perché ciò che conta è soprattutto la qualità dello sguardo. [...] Camminare è un modo per decondizionare lo sguardo, incide un percorso non solo nello spazio ma anche nell'intimo, conduce a percorrere le sinuosità del mondo e del proprio essere in uno stato di ricettività, di alleanza. Geografia dell'esterno che si congiunge a quella dell'interno svincolandola dalle normali costrizioni sociali; "la bella strada color lavanda impallidisce a ogni secondo. Nessuno l'ha mai percorsa, anch'essa é nata con il giorno. E il villaggio là in fondo non attende che Voi per risvegliarsi all'esistenza (Roud 1984)".